Il poliziotto chiede all’uomo al volante se ha bevuto, ma questo lo confonde col barista.
Il poliziotto chiede all’uomo al volante se ha bevuto, ma questo lo confonde col barista.
Da quasi due mesi il numero di automobili in giro è drasticamente diminuito.
Ciononostante c’è chi si mette al volante dopo aver bevuto.
Nella notte tra il 29 e il 30 aprile, a Busto Arsizio in provincia di Varese, una battuglia della Polizia ha fermato un 30enne originario dell’America del Sud alla guida della sua auto.
Il poliziotto chiede all’uomo al volante se ha bevuto, ma questo lo confonde col barista.
L’uomo, non si sa se solo o in compagnia, aveva bevuto parecchio prima di mettersi in auto, ma certo è che era totalmente ubriaco.
Quindi i poliziotti, che di persone alla guida ubriache ne vedono tutti i giorni, hanno fatto una domanda retorica all’uomo: “Lei ha bevuto?”.
Il 30enne ha risposto: “No, grazie, sono a posto”.
Ciò fa pensare che l’uomo avesse preso i poliziotti per dei baristi che volessero offrirgli ancora da bere. Ma lui ha immediatamente rifiutato.
Ma mettendo da parte l’ Ilarità, l’uomo si è messo nei guai con la legge.
I poliziotti lo hanno sottoposto all’alcool test che ha dato come esito un tasso alcolemico di 2.5, 5 volte oltre il limite consentito per i non neopatentati.
Oltre ad essere un reato penale, vi è la denuncia con ritiro della patente, a cui, però, si è aggiunta anche la sanzione per aver violato il DPCM, dato che l’ uomo si trovava in giro per ubriacarsi e non per “motivi urgenti”.
Questa sbronza è costata carissima.
La battuta non ha funzionato.
Non molto tempo fa in Veneto un uomo fu visto da una pattuglia di vigili urbani mentre abbandonava una busta di quattro cartoni di Tavernello sul ciglio della strada.
L’uomo in questione aveva un tasso alcolico di 4.00, una cifra molto vicina a quella del coma etilico.
Non è molto meglio ubriacarsi in casa?
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